Pinacoteca Finoglio

In quello che era il “piano nobile” del Castello, l’odierna Pinacoteca ha preso il posto della Galleria dei conti, di cui si conserva integro nella sua unicità il ciclo pittorico sulla Gerusalemme liberata del Tasso. Lo dipinse per questi ambienti negli anni intorno al 1640 il pittore napoletano Paolo Domenico Finoglio (circa 1590- 1645), attivo non solo a Napoli presso la Certosa di S. Martino, ma anche a Pozzuoli e in altri centri campani prima di passare in Puglia nel Salento; si trasferì poi definitivamente in Conversano, per assolvere presso gli Acquaviva d’Aragona al compito di “pittore di corte” e rispondere a numerose committenze di temi profani e religiosi. Nei dieci grandi dipinti ispirati ad episodi tratti dalla Gerusalemme si rappresentano eroici personaggi (Tancredi, Rinaldo, Raimondo di Tolosa) e donne prese da intense passioni (Armida, Erminia, Clorinda), visti in movimentate scene di guerra e in intensi o dolorosi episodi di amore. In quelle raffigurazioni cariche di slanci di tono barocco (pur sostenute da dettagli di tipo naturalistico post-caravaggesco) il pittore trasferisce, con forte vigore espressivo, una visione energica e passionale della vita, nella quale poteva riconoscersi il fiero signore committente, il potente conte Giangirolamo II, il Guercio di Puglia. Questo ciclo pittorico viene considerato, per la sua completezza e organicità, uno dei più importanti episodi di arte di carattere profano del Seicento italiano.
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